Il web è morto.
Forse non è mai nato o, se vogliamo essere più ottimisti non è ancora nato. Non è mai nato nelle centinaia di aziende che in questi 15 anni ho visitato. Non è mai nato in quelle migliaia di manager con i quali ho parlato. Salvo solamente alcune eccezioni ma è sufficiente che cali gli occhi sulla tastiera e conti le mie dita per capire quante sono.
L'immagine che ho più ricorrente, durante le presentazioni della nostra attività, è il cenno affermativo della testa del manager e un sonoro " Sì, lo so!". A volte questo "Sì, lo so!" è riferito a cose che io ho scoperto la mattina stessa e un po' stupito mi chiedo: "ma come fa a saperlo?"
È questa immodestia, approssimazione, imprecisione, pigrizia che ha ucciso il web prima ancora che questo nascesse, prima ancora che questo potesse crescere e maturare. Non c'è una volontà, una capacità di usare il web, di studiare il web nelle sue parti e praticarlo nel modo più utile per l'azienda. C'è solo una triste processione di cose fatte perché gli altri lo fanno, o perché il consulente "più bravo" dell'altro, spesso sinonimo di più economico, l'ha fatto fare.
Credo sia ora per le aziende di voltare pagina. Di investire veramente sulla rete. Di smettere di pensare che il web costi poco o che sia gratuito, ma piuttosto di iniziare a progettare campagne, pensare a strategie di comunicazione che usino la rete come strumento portante.
Ci sono i mezzi, ci sono le tecnologie, e a volte anche le teste pensanti. Occorre considerare il web come un insieme di tante discipline che tutte unite possono far ottenere risultati importanti all'azienda.
La mia è quindi un'esortazione verso tutti voi, che in qualche modo potete essere il motore di questa rinascita. Iniziate a pensare, iniziate a vedere il web nel suo insieme, iniziate a dedicare tempo e risorse e soprattutto, please, ogni tanto un bel: "Davvero? Non lo sapevo".
Lunga vita al web.
Claudio Agazzi
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